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11/9/2010

IL REGIME FITOSANITARIO COMUNITARIO: QUALE FUTURO? - by Franco Finelli @ 07:44:39

Probabilmente vari colleghi hanno ancora in mente i questionari riguardanti il regime fitosanitario comunitario che ci erano stati dati l’anno scorso. Una fitta serie di domande relative sia alla parte amministrativa (costi del servizio) sia alla parte tecnica. Una fatica non da poco soprattutto sui costi, visto che nel nostro Paese non è costume valutare in dettaglio il costo del servizio pubblico (e pertanto i tagli vengono on effettuano sempre fatti alla cieca, con l’accetta).

Ora è disponibile la relazione finale preparata dall’ente valutatore incaricato della ricerca. Si tratta di 420 pagine di relazione e 317 di allegati. La sua lettura rappresenta un arduo compito anche per chi mastica l’inglese. Fortunatamente è disponibile anche un riassunto di una ventina di pagine che evidenzia le conclusioni. Tale documento è piuttosto interessante e si focalizza sulle 15 raccomandazioni che sono state tratte dall’analisi dei questionari di tutti gli Stati Membri.

Raccomandazione 1:includere le IAS = Invasive Alien Species o specie invasive nella direttiva comunitaria. Questo è un argomento che ha preso sempre più piede nel nostro settore. Molti colleghi sanno che per esportare in alcuni Paesi (americani in particolare) è necessario attestare anche l’assenza di semi di malerbe. E’ un tema a cavallo tra ecologia ed agricoltura, che in Italia non è mai stato affrontato. All’EPPO c’è un esperto italiano di cui nessuno ha mai letto relazioni e che non è mai stato invitato a Roma a presentare i temi in discussione. D’altra parte già si fa grande fatica a gestire gli attuali allegati, è difficile pensare di allargare il nostro campo d’azione alle specie invasive attualmente.

Raccomandazione 2: tenere in considerazione il problema della diffusione naturale degli organismi nocivi e considerarlo esplicitamente nella 2000/29/CE.

Raccomandazione 3: nel caso di organismi regolamentati non da quarantena (nella CE non è mai stata fatta chiarezza su chi sono, ma grossomodo potrebbero essere quelli delle direttive sulla commercializzazione) la soglia di tolleranza dovrebbe essere zero come per quelli da quarantena. Una più intensa collaborazione fra i 2 uffici comunitari (quarantena e materiali da propagazione) è altrettanto auspicata.

Raccomandazione 4: predisposizione strategie di prevenzione all’import più efficienti. Necessità, ad esempio, di elaborare un regime di ispezioni post-entrata sul materiale da propagazione, analisi del rischio fitosanitario per prodotto e non solo per organismo. Sanzioni da applicare sia ad importatori che a Servizi fitosanitari che sono carenti nel loro lavoro.

Raccomandazione 5: Sorveglianza intra comunitaria. Identificazione di una serie di organismi prioritari (cosa non semplice vista l’estensione dell’Unione)su cui svolgere obbligatoriamente un monitoraggio, contributi comunitari per il finanziamento di questa sorveglianza e linee guida per l’effettuazione e la relazione su tale sorveglianza sono ipotizzate come azioni da svolgere..

Raccomandazione 6: misure d’emergenza da adottare più velocemente, sviluppo di piani d’intervento (contingency plans) e di misure di controllo/eradicazione, secondo linee comuni.

Raccomandazione 7: revisione ed armonizzazione del passaporto delle piante.

Raccomandazione 8: esiste l’esigenza di rafforzare le misure sulle Zone Protette e di collegarle allo standard FAO sulle Pest Free Areas.

Raccomandazione 9; incrementare gli incentivi, in particolare considerare i danni ai produttori (ora esclusi) e maggiori cofinanziamenti per certe azioni. D’altra parte considerare anche le responsabilità degli Stati Membri in caso di alcuni focolai (come prevederebbe il regolamento sulla Solidarietà & Responsabilità..

Raccomandazione 10: Ricerca e Sviluppo e informazione scientifica sono una necessità inderogabile per il settore fitosanitario. Garantire fondi appropriati sia ad EUPHRESCO sia ad altri progetti è considerato fondamentale come pure una più stretta collaborazione con EFSA ed EPPO.

Raccomandazione 11: potenziare la capacità diagnostica, sia consolidando Laboratori di Riferimento Nazionali sia istituendone uno a livello europeo per alcuni organismi nocivi.


Raccomandazione 12: è ribadita la necessità di rafforzare l’addestramento e la formazione degli ispettori come pure di prevederne per coloro che operano nei laboratori.

Raccomandazione 13: l’istituzione di un team UE/Stati Membri per affrontare le emergenze è stata suggerita, così come accade nel settore veterinario.

Raccomandazione 14: comunicazione e trasparenza sono un altro punto che è emerso nell’analisi. La necessità di aumentare la consapevolezza sui problemi fitosanitari sia a livello politico sia di operatori sia di opinione pubblica è largamente sentita.

Raccomandazione 15: il problema finanziario è l’ultimo (o forse il primo!) dei punti emersi nella ricerca. E’ evidente la difficoltà a raggiungere gli obiettivi della legislazione nell’attuale contesto. E’stata proposta la creazione di uno specifico fondo fitosanitario così come ne esiste uno in campo veterinario.

Come si può facilmente dedurre, l’analisi del regime fitosanitario comunitario ha chiaramente evidenziato i principali problemi e difficoltà che incontrano tutti i Servizi Fitosanitari negli Stati Membri, ma ha anche proposto alcune soluzioni da adottare per non continuare su questa strada non particolarmente ricca di successi. Alle diverse azioni è stata attribuita priorità alta (da realizzare entro un anno o media da 1 a 5 anni). Non ci resta che vedere il seguito che si darà alle raccomandazioni di questa ricerca.

(http://ec.europa.eu/food/plant/strategy/index_en.htm)




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